Venerdì 12
febbraio proseguono
alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena (via San Carlo, 5) le lezioni del
ciclo dedicato al tema Immagine. Forme di conoscenza e teorie della rappresentazione, ideato dal Centro Culturale. L’incontro di venerdì dal
titolo L’invenzione del paesaggio. La
natura come sentimento nella pittura moderna è a cura di Anna Ottani Cavina,
docente di Storia dell’arte italiana alla Johns Hopkins University di Bologna e professore emerito di Storia dell’arte moderna
presso l’Università di Bologna. Visiting
professor in numerose università statunitensi, ha lavorato presso
la National Gallery di Washington, il Getty Center di Los Angeles e il
Metropolitan Museum di New York. Ha inoltre fondato e diretto la Fondazione
Federico Zeri di Bologna ed è stata insignita nel 2001 della “Légion d’honneur”.
I suoi interessi di ricerca vertono sull’arte italiana ed europea tra Seicento
e Ottocento, con particolare attenzione alla pittura caravaggesca, temi sui
quali ha curato numerose esposizioni in Italia e all’estero. Recentemente ha
pubblicato: La pittura di paesaggio in Italia (a cura di, Milano 2003-2005); Federico
Zeri, dietro l’immagine. Opere d’arte e fotografia (a cura di,
Torino 2009); Terre senz’ombra.
L’Italia dipinta (Milano 2015).
Nella storia della pittura moderna, il tema del paesaggio costituisce un
osservatorio privilegiato per comprendere le trasformazioni che hanno
interessato il rapporto tra lo sguardo del pittore e la rappresentazione della
natura. Si può affermare che fino agli anni Sessanta del Settecento, non
esisteva in campo artistico un vero e proprio “sentimento della natura”, ma
della natura esisteva semplicemente l’idea, vale a dire un principio astratto
di cui l’artista poteva servirsi per dominare ciò che lo circondava attraverso
gli strumenti della ragione. Un nuovo, decisivo cambiamento si verificò dopo la
fase dell’Impressionismo, quando la pittura en
plein air venne definitivamente abbandonata. Ma questa – spiega Ottani Cavina – è stata solo l'ultima tappa di un processo che ha conosciuto
un'accelerazione fortissima quando il pittore romantico, ispirato all’origine
dal motivo reale, varcò le soglie della visibilità, addirittura quelle della
coscienza. Quando l’immagine, quella
apparente, divenne la nuova frontiera oltre la quale la percezione empirica si
rivelava carente, inadeguata. Quando, sull'onda di un cambiamento prodotto
dalle Confessioni di Jean-Jacques Rousseau, i pittori avvertirono i sobbalzi del cuore,
le intermittenze del desiderio, l'interferire dell'io, introducendo un modo radicalmente nuovo di pensare il paesaggio.
Un paesaggio – prosegue Ottani Cavina – nel quale riflettersi, nel quale analizzare
se stessi per proprietà transitiva, attraverso lo specchio della natura.
Paesaggio come luogo del cuore, del sogno, dell’inconoscibile.
La conferenza si tiene nel
Teatro della Fondazione, con inizio previsto alle ore 17,30. L’incontro sarà
trasmesso anche in diretta web collegandosi al sito www.fondazionesancarlo.it.
La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio
conferenze presente sullo stesso sito, da cui potrà essere scaricata
gratuitamente. A
richiesta si rilasciano attestati di partecipazione. Il ciclo di lezioni gode
dell’accredito ministeriale per la formazione del personale della scuola (DM 18
luglio 2005).
Paola
Ferrari, ufficio stampa FSC - ufficiostampa@fondazionesancarlo.it
Aggiunto il 12/02/2016 09:18 da Paola Ferrari
Argomento: Filosofia contemporanea
Autore: Paola Ferrari