Il mondo cattolico è stato al tempo stesso intransigente nel rifiuto della modernità, ma nel contempo transigente nel modificare i suoi costumi nel lungo periodo. La crisi modernista fece vacillare la Chiesa cattolica tra gli ultimi decenni dell’Ottocento e i primi anni del Novecento. La dura repressione del tentativo di accogliere nel cattolicesimo alcune istanze contemporanee costituì l'acme del secolare conflitto della Chiesa con la modernità. Senza dubbio la crisi modernista fu una vicenda dotata di una sua autonomia e specificità – e come tale è possibile ed è anche opportuno continuare a studiarla – se la si osserva nei suoi sviluppi fattuali e se la si considera come tentativo di rinnovare l’esperienza religiosa di matrice cristiana: un tentativo che nasceva in primo luogo da cause e istanze connesse con gli orientamenti culturali del secondo Ottocento, con le dinamiche della società industriale, che viveva una fase di crescente e più estesa affermazione, con l’allargamento e l’approfondimento dei processi di secolarizzazione. Tuttavia l’effettiva portata storica della crisi modernista può essere colta adeguatamente solo se la si inquadra negli sviluppi del cristianesimo sul lungo periodo, considerando il percorso delle diverse tradizioni confessionali, per far emergere le connessioni della crisi modernista con processi di più lunga durata, e per rilevarne le significative e per certi versi perduranti conseguenze, sia pure senza perderne di vista le peculiarità e senza forzare l’individuazione di elementi di continuità. Infatti quella crisi religiosa fu in senso stretto una vicenda interna alla storia della Chiesa cattolica, ma inquietudini e travagli in qualche misura non dissimili – sebbene con una portata ed esiti molto meno ingenti – emersero anche in altri contesti confessionali e religiosi: le tesi di Harnack e più in generale gli sviluppi della teologia protestante liberale, con le reazioni che suscitarono nelle Chiese riformate, e i fermenti interni al cristianesimo ortodosso e al giudaismo italiano (con i suoi singolari tentativi di autoriforma) nell’età giolittiana, sono espressioni indiscutibili di analoghi processi di rinnovamento, sia pure ciascuno dotato di sue specifiche caratteristiche.
La conferenza si tiene nel Teatro della Fondazione, con inizio previsto alle ore 17,30.
La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio conferenze presente nel sito www.fondazionesancarlo.it, da cui potrà essere scaricata gratuitamente.
A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione.
Paola Ferrari, ufficio stampa FSC; paola@paolaferrari.it;www.fondazionesancarlo.it
Aggiunto il 26/02/2018 09:56 da Paola Ferrari
Argomento: Filosofia delle religioni
Autore: Paola Ferrari