Che cosa vuol dire, dal punto di vista filosofico, essere evoluzionisti? Dove conduce, sotto il profilo speculativo, l’accettazione del principio darwiniano, secondo il quale «la differenza mentale tra l’uomo e gli animali superiori, per quanto grande, è certamente di grado e non di genere»? Fino a che punto l’adesione al principio evoluzionistico obbliga a ripensare in modo nuovo vecchi concetti sui quali si discute da secoli?
Se si crede nel principio evoluzionistico e si scarta ogni ipotesi di creazione, non ha più senso ragionare sulle vicende umane come se l’uomo fosse sempre esistito e avesse avuto fin dall’inizio le facoltà di cui oggi dispone. Queste doti, se l’uomo in principio non le aveva e le ha acquisite nel tempo, per via naturale, quale valenza hanno? E in che rapporto si trovano con la natura dalla quale si sono originate?
È chiaro che una parte di questa ricerca possono farla soltanto gli scienziati, gli unici in grado di esplorare i meccanismi del cervello umano, ma molte domande che l’uomo si pone vanno oltre i confini della scienza: di queste ci si occupa qui, valendosi, quando è possibile, dei risultati dell’indagine scientifica.
Aggiunto il 20/01/2013 20:42 da Admin
Argomento: Filosofia della scienza
Pagine: 180
Edizione: 2012
Scritto da: Luigi Bianchi
Lingua: Italiano
Costo: 18,70 €
Casa editrice: Viella
ISBN: 9788883349409
"Heidegger [...] è uno di quei filosofi che non si possono solo studiare, ma esigono dal proprio lettore uno sforzo interpretativo che, nella più autentica tradizione ermeneutica è anche partecipazion..
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