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FILOSOFIA IN ITALIA

IL CONCILIO VATICANO II

Venerdì 26 gennaio, alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena (via San Carlo, 5) proseguono le lezioni del ciclo dedicato al tema Riforma. I processi di rinnovamento nella storia del cristianesimo, ideato dal Centro Studi Religiosi. Daniele Menozzi presenta la conferenza dal titolo Il Concilio Vaticano II. Rinnovamento e continuità della Chiesa Cattolica. Daniele Menozzi è professore di Storia contemporanea presso la Scuola Normale Superiore  di Pisa. È coordinatore della «Rivista di storia del cristianesimo» e membro del comitato scientifico della rivista «Storia e problemi contemporanei». Nei suoi studi si è concentrato sul rapporto tra cattolicesimo e modernità, approfondendo il processo di secolarizzazione delle società europee e le relazioni tra religione e politica. Ha indagato inoltre l’atteggiamento della Chiesa di fronte ai totalitarismi e ai conflitti del Novecento. Ha pubblicato recentemente: Giudaica perfidia. Uno stereotipo antisemita fra liturgia e storia (Bologna 2014); La Chiesa italiana nella Grande Guerra (a cura di, Brescia 2015); Cattolicesimo, nazione e nazionalismo (a cura di, Pisa 2015); I papi e il moderno. Una lettura del cattolicesimo contemporaneo (1903-2016) (Brescia 2016); Storiografia e impegno civile. Studi sull’opera di Roberto Vivarelli (a cura di, Roma 2017).

Il 25 gennaio del 1959 nella Basilica di San Paolo fuori le mura Giovanni XXIII, Papa da soli tre mesi, stupisce il mondo annunciando il Concilio Ecumenico per la Chiesa universale, il Concilio Ecumenico Vaticano II. Una svolta epocale non solo per la Chiesa ma per l’intera umanità, ancora sconvolta da una guerra planetaria che aveva provocato milioni di vittime, distruzione e miseria, che viene invitata a cogliere i segni dei tempi, a calarsi nella realtà storica, ad aprirsi al mondo e dialogare con esso, a cercare gli elementi di unione tra i popoli e le culture e a superare le divisioni, a guardare al mondo ed al futuro con ottimismo, non sprecando il tempo in inutili confronti con il passato. In conseguenza di tale svolta gli assetti definiti al concilio di Trento sarebbero radicalmente mutati, iniziando un processo di profonda trasformazione del cattolicesimo, volto a recuperare modelli della più antica tradizione cristiana.

Davanti a eventi così vicini è ovviamente molto difficile formulare un giudizio storico che non dipenda da precostituite posizioni ideologiche. Sembra tuttavia possibile individuare la compresenza all’interno del cattolicesimo di due tendenze: l’una diretta al mutamento, l’altra volta alla continuità dell’eredità intransigente. Tali linee variamente s’intrecciano non solo nelle direttive dei responsabili ecclesiastici, inevitabilmente legate a compromessi tra le diverse spinte presenti nel mondo cattolico, ma persino nelle posizioni di singoli protagonisti. La breve ricostruzione di questo recente periodo della storia della chiesa intende mettere a fuoco gli aspetti che sembrano di volta in volta prevalere nell’incerto percorso attuale tra permanenze e cambiamenti. Nell’allocuzione Gaudet mater ecclesia con cui Papa Giovanni XXIII apriva il Vaticano II - che oggi sappiamo da lui personalmente redatta - delineava alcuni orientamenti generali che avrebbero potuto portare a «una nuova pentecoste» nella chiesa. In particolare il Papa sottolineava l’esigenza di superare quella nostalgia passatista, che faceva vedere nei tempi moderni ai «profeti di sventura» solo mali ed errori, senza cogliervi le potenzialità per una crescita della coscienza cristiana; invitava a formulare un aggiornamento dottrinale che, pur non intaccando il deposito della fede, lo esponesse in formule adeguate alle esigenze dell’uomo contemporaneo; sollecitava ad aver presente che alle difficoltà dell’umanità la chiesa poteva rispondere non tanto con condanne, ma offrendo «la medicina della misericordia» e un messaggio di salvezza eterna tanto più credibile quanto più espresso in una situazione di povertà materiale; chiedeva infine un intenso sforzo ecumenico per riottenere, dopo secoli di lacerazioni, l’unità di tutti i cristiani.

In altre parole, il Vaticano II non riscrisse i dogmi fondamentali della Chiesa, creando una netta separazione con il passato, ma fornì alla Chiesa una serie nuova di indirizzi che potevano essere applicati in vari modi secondo le circostanze dettate dai tempi e dai luoghi. In questo senso il Concilio non rappresenta una rottura, o un cambiamento rispetto al passato, ma ha piuttosto fornito gli strumenti per il cambiamento, la Chiesa non ha cambiato la sua definizione, ma ha solo aggiornato ai tempi moderni il metodo con cui diffonde il suo messaggio.

 

La conferenza si tiene nel Teatro della Fondazione, con inizio previsto alle ore 17,30.

La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio conferenze presente nel sito www.fondazionesancarlo.it, da cui potrà essere scaricata gratuitamente.

A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione.

 

Paola Ferrari, ufficio stampa FSC;

paola@paolaferrari.it; www.fondazionesancarlo.it




Aggiunto il 24/01/2018 08:17 da Paola Ferrari

Argomento: Filosofia delle religioni

Autore: Paola Ferrari