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FILOSOFIA IN ITALIA

Festival della Filosofia

Si parla di filosofia, ma è bene iniziare dai numeri. È un fatto inusitato che in un Paese come il nostro, in cui si legge decisamente poco, il Festivalfilosofia raduni per tre giorni migliaia di ascoltatori in piazze, cortili e sale di tre città, Modena, Carpi e Sassuolo. Nel 2001 erano 34.000 le presenze; nel 2011 sono state sei volte maggiori, con 176.000 spettatori. Vuol dire che certe statistiche sul disinteresse per la cultura in Italia sono troppo pessimistiche? Oppure che tutti gli appassionati si danno convegno in quelle giornate modenesi? O che la formula intrattenimento più spettacolo più cultura più curiosità funziona particolarmente bene?

Qualsiasi sia la risposta (e forse varie motivazioni coesistono), è certo che anche quest’anno dal 14 al 16 settembre saranno migliaia le persone coinvoltedalla rassegna presentata ieri dal Consorzio per il Festivalfilosofia. Il titolo, La parola alle cose, allude a quello di un libro famoso di Michel Foucault (Le parole e le cose), rovesciandolo alquanto, e alla discussione in voga in questo momento, da quando Maurizio Ferraris e altri hanno decretato la morte del postmoderno e dell’interpretazione infinita. Ci saranno cinquanta lezioni magistrali di grandi nomi del pensiero nazionale e internazionale, dal priore di Bose Enzo Bianchi al teorico della società liquida Zygmunt Bauman, oltre venti mostre e un intenso programma creativo fatto di spettacoli, concerti, film, animazioni per i più piccoli, pranzi filosofici.

Quel titolo è già un programma: ritornare a guardare quella «realtà» che molte dottrine hanno voluto negare in nome del primato della produzione di senso e di esperienza da parte del soggetto che percepisce, o, come sosteneva Foucault, di inserimento della realtà in un ordine del discorso decretato dal potere vigente. Questa discussione, nel programma molto ampio e articolato, si connette con lo sforzo di «restituire agli oggetti la loro qualità di "cose", ossia l’insieme di investimenti affettivi, concettuali e simbolici che individui e società vi ripongono», secondo le linee tracciate dal presidente del comitato scientifico del Consorzio, Remo Bodei. Molte saranno le posizioni rappresentate, e gli stimoli. Francesca Rigotti sottolineerà il ruolo delle piccole cose nello strutturarsi dell’esperienza; John Searle, tra i maggiori protagonisti delle scena filosofica mondiale, illustrerà la sua teoria degli oggetti sociali che istituiscono la realtà; Emanuele Severino e Massimo Cacciari si interrogheranno sulla ricerca delle cose prime e delle cose ultime; ci saranno incursioni di fisici come Andrei Linde e interventi tutti da seguire di Maurizio Ferraris e Armando Massarenti.

Non mancheranno i riferimenti ai grandi classici, dalle diverse concezioni della realtà di Platone e Aristotele alla fenomenologia di Husserl, dal pensiero di Heidegger alla visione delle cose nella concezione confuciana, a cura della cinese emigrata in Francia Anne Cheng. Alessandro Bergonzoni, ormai ospite fisso con il suo teatro funambolico e filosofico, parlerà delle servitù alle cose di cui ci serviamo, in uno dei suoi pirotecnici smontaggi degli stereotipi linguistici e di pensiero in cerca di una nuova (necessaria) profondità concettuale e umana. Ma la cosa è anche produzione, merce, sistema di scambio, feticcio. E pure oggetto di affezione, immagine, desiderio. Ed ecco allora i riferimenti alla reificazione di Marx e quelli alla necessità di liberare il lavoro e la coscienza di Hannah Arendt. Bauman rifletterà sul consumo oltre che delle merci delle identità nelle nostre società basate sulla rappresentazione e sullo scambio.

Michela Marzano si interrogherà sulla donna oggetto, mentre Stefano Rodotà traccerà gli ambiti filosofici e giuridici del concetto di beni comuni e Stefano Settis discuterà di beni culturali. Di feticci africani parlerà Marc Augé e del feticismo del denaro Umberto Galimberti; del debito d’amore che costituisce la vita umana Enzo Bianchi e di collezionismo il polacco Krzysztof Pomian, per la prima volta al festival. Le cose saranno protagoniste anche in mostre come quella del fotografo Edward Weston, che isola gli oggetti dal contesto facendoli stagliare nella loro radicale purezza, o in quella organizzata dal Museo della figurina intitolata Cose da niente, un’indagine leggera e accurata sugli oggetti che escono dall’uso e deperiscono, con rievocazione di atmosfere e ambienti d’altri tempi. Da citare ancora l’approfondimento del meccanismo di Higgs nell’installazione «Il dono della massa», sulla manifestazione delle particelle dal caos primordiale, all’origine del nostro universo. E mostre e laboratori sulla produzione, sulle cose del tempo perduto, mercatini vintage, frigoriferi «lirici», installazioni sul riuso (a firma Michelangelo Pistoletto) e molto, molto altro. Il programma completo si legge sul sito www.festivalfilosofia.it.




Aggiunto il 17/07/2012 09:37 da Admin

Argomento: Altro

Autore: CDB