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FILOSOFIA IN ITALIA

Caffè Filosofia: nel terzo incontro si è parlato di giustizia

Come da calendario e grazie alla promozione della Fabbrica della Creatività, presso il caffè Emporio della Libreria Masone, a Benevento, si è tenuto il terzo incontro del caffè Filosofia del Sannio. Tema proposto: “La giustizia”. Argomento impegnativo e di varia lettura, ha sollecitato i presenti nella sua definizione che differisce a seconda del contesto nel quale si colloca, atto naturale della società, espressione formale della stessa, espressione del diritto, frutto di un patto che consente la convivenza sociale. Inevitabilmente la convivenza stessa, regolamentata dalla giustizia, ha sollevato riflessioni critiche nei confronti delle circostanze attuali; spesso esse disattendono i criteri a cui tutti dovremmo attenerci producendo fenomeni di corruzione, di abuso di potere, di sopraffazione civica e anche di anarchia.
Se la Giustizia trova nello ius, cioè nel diritto, la sua fonte più autentica, essa realizza sempre e pienamente tale status? E di quale tipo di diritto parliamo? La discussione non può che accendersi quando, inevitabilmente, il tema della Giustizia sfocia in quello di Democrazia, e più in particolare della democrazia dei nostri giorni, controverso strumento di accaparramento di potere e consenso, a cui quasi mai corrisponde la cura del bene pubblico ed il rispetto delle voci controcorrente. E’ possibile, allora, delineare la democrazia come dittatura della maggioranza sulla minoranza alla maniera di Alexis De Tocqueville? Non volendo accettare ciò, è possibile immaginare uno stato senza una struttura di governo, qualunque essa sia?
Le voci a volte populiste che sempre più forti si sollevano nel nostro paese contro il governo o i governi, invocando una forma di democrazia diretta che smantelli l’organizzazione piramidale e settoriale dello stato, il fenomeno Grillo ne è un’espressione efficace, indicano un’organizzazione democratica diversa da quella attualmente esistente, che esercita un fascino significativo, ma pone il problema dell’abilità gestionale e della prospettiva. Viene allora accarezzata la proposta di un cambiamento che parta dal basso, dalla determinazione dei cittadini che decidono della propria vita sociale e politica in modo autonomo, senza strumenti di rappresentatività, per innescare quel cambiamento di cui si sente fortemente la necessità. Sorge a questo punto il problema della durata del cambiamento utilizzando il processo ‘dal basso’, un tempo che può essere molto lungo, ma che appare il solo in grado di modificare l’assetto sociale in maniera equa. Ecco che si pone allora il problema di avviare il processo partendo da noi stessi, maturando la coscienza dei nostri diritti, ma anche dei nostri doveri, divenendo esempio non solo per chi ci sta vicino, ma anche per tutti quelli che ci amministrano, rifiutando i compromessi della politica, dell’economia, della giustizia ingiusta, ricordando a noi stessi, prima che agli altri, che giustizia equivale a legalità ed onestà. Ovviamente, il problema della differenziazione fra democrazia rappresentativa e democrazia diretta e dei suoi rapporti con il tema giustizia, ha portato alla determinazione che non ci può essere giustizia senza regole e sanzioni. Queste ultime diventano dunque il significante stesso della giustizia,lo strumento che consente la valorizzazione della libertà di ognuno di noi. Ovviamente, un ruolo significativo gioca, nell’equilibrio fra dovere e diritto, il potere della comunicazione che spesso stravolge il valore del diritto stesso. Anche l’egoismo gioca un ruolo importante nel processo di cambiamento, un ‘atteggiamento che spesso vede l’italiano cercare “lo particolare suo” avvalorando la disonestà. Accanto all’ipotesi di limitare nel tempo le cariche pubbliche per evitare la tutela di interessi privati, viene poi sollevato il tema della giustizia amministrativa che deve rendere certi i rapporti fra i cittadini.
L’incontro si chiude con il tema dell’equità come tutela delle ‘pari opportunità’, cioè come rispetto dei bisogni essenziali di ognuno anche sotto forma di giustizia fiscale, per smussare il divario sociale e realizzare il principio di eguaglianza.


Aggiunto il 23/06/2012 19:03 da Admin

Argomento: Altro

Autore: Eusapia Tarricone