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Religiosità e Materialismo , un Duo spesso imprescindibile

Cari lettori , oggi vi propongo un mio piccolo ma sostanzioso articolo sulla necessità religiosa e sul materialismo.

Sottolineo come sempre che questa è un’indagine filosofica del tutto opinabile e che ho cercato di essere sempre propositivo anche adottando la mia tipica veemenza verbale che costituisce spesso  la pars destruens dell’intero scritto. 

Vi ringrazio inoltre  per l’attenzione e la cura con cui vi cimentate nelle mie  letture.

Sin dai tempi antichi l’uomo ha sentito la necessità di rapportarsi con un’ entità superiore alla quale dare l’appellativo di Dio.  La nostra storia  è caratterizzata da numerose forme di spiritualità  di ogni genere e tipo che , come se regolate da una costante matematica che si evolve nel tempo , hanno vissuto  momenti di alto seguito o di bassa partecipazione . 

Ciò che fin da piccolo mi ha affascinato e allo stesso tempo impaurito è stato comprendere la motivazione ultima per cui l’essere umano si affanna , sin dall’alba dei tempi , ad elargire un senso alla realtà che lo circonda . 

Cercando di trovare una risposta soddisfacente o un interrogativo formidabile ricado negli scritti del mio preferito : Arthur Schopenhauer , Il quale mi riporta subito  alla concezione di Desiderio.

L’uomo  in fondo è  un essere desiderante e desideroso dal momento che abbraccia inconsapevolmente un “Si Originario”: La Volontà. 

Siamo sicuri di desiderare ciò che è realmente Buono per noi ? Si può educare al desiderio ? È giusto desiderare ciò che non si può categoricamente raggiungere ? È possibile non desiderare ?

Il desiderio è il moto archetipico dell’animo umano che non detiene ne’ una spiegazione ne’ un motivo per la sua stessa esistenza . Esiste una mole di saggezza indiana e indigena che tratta di questa materia e che  ancora oggi non smette mai di affascinarmi per la sua ineccepibile profondità al cospetto di una semplicità così genuina. 

Che forse vivere secondo Natura significhi tornare ad una forma di desiderio primitivo ? Ritrovare forse una componente spirituale ormai perduta che coinvolga panteisticamente l’essere umano, gli animali e l’ambiente ?

Sostengo fortemente inoltre che sia proprio il  Desiderio ,  al quale purtroppo non riusciamo a dare ne’ un  nome ne’ una  forma ,  ad essere la spinta per la nostra tendenza più mistica e religiosa  . 

Questo Desiderio , che concepisco ora come religioso ,  bisogna ammettere che nel corso dei secoli si è inevitabilmente  istituzionalizzato. 

Ha  perso oramai ogni la sua connotazione più  sincera e contemplativa assecondando l’Utile Post-Moderno del nuovo Consumismo di massa . 

Vi consiglio di visionare una famosa opera di Andy Warhol conservata al Museum of Modern Art di New York che ospita il tema in questione. L’opera si chiama “ The last Supper ” , ovvero l’Ultima Cena.

Non esplicherò ulteriormente ciò che un artista del calibro di Warhol ha rappresentato qui sopra. 

Per il semplice fatto che farei un torto all’Arte Schopenhauerianamente intesa a cui , a dirla tutta , sono profondamente legato.

La realtà purtroppo scoraggiante è che la Necessità Religiosa  nel ventunesimo secolo è un qualcosa che  nella maggior parte dei casi ci viene offerta o meglio dire ci viene “venduta”  già precostituita e ridefinita secondo delle finte necessità collettive: un balzo nell’era dei Fast Food Religiosi. 

Penso solo che una  guida spirituale orgogliosa della propria missione e che si consideri tale  sottolinei maggiormente l’importanza della ricerca individuale piuttosto che di una meta già fatta propria da altri. 

Spero che la mia obbiezzionevenga accolta ,almeno in termini di soddisfazione. 

In una Società in cui si vuole tutto e subito e nella quale si deve acquistare prima degli altri spero solo venga risparmiata la Religione.

Mi impongo , da estimatore della letteratura latina quale mi considero , di non delineare un quadro delle colpe di questo materialismo imperante , infatti come scrisse Marziale sempre meglio <<Parcere personis , dicere de vitiis>> ; e forse inoltre perché alcune di queste sarebbero imputabili sicuramente anche al sottoscritto.

Dunque , tirando un denominatore comune su questa indagine così complessa e affascinante ritengo che la 

Necessità Religiosa sia un cammino che debba essere affrontato in uno stretto ed intimo dialogo con la propria coscienza. 

Un Dialogo sicuramente alla luce di un desiderio che non può essere quello materiale e mercificatorio tipico del Capitalismo  poiché << Il desiderio più grande che si possa avere è proprio quello di desiderare di essere semplicemente se stessi.>>

( citazione dal libro “La fine è il Mio Inizio“ di Tiziano Terzani  ) 



Pietro




Aggiunto il 14/04/2020 16:07 da Pietro Andrea Kuhn

Argomento: Filosofia contemporanea

Autore: Pietro Andrea Kuhn



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