In un piccolo paesino del Sud con
un grande antico castello fiabesco, in una stagione di smarrimento e
ottundimento delle menti, nasce uno “sportello di consulenza filosofica” per
portare il conforto della filosofia e far esercitare la ragione.
Non è l’incipit di una favola contemporanea, ma
l’ultimo atto del solido progetto “Salento che pensa” che
negli ultimi sette mesi ha sottoposto ad un’intensa pratica filosofica
Corigliano d’Otranto. Da oggi la cittadina, per la prima volta nel Salento, e per
tutti (salentini e non), ospiterà negli uffici comunali un consulente
filosofico, Graziella Lupo (nella foto sopra), al quale rivolgersi, previo
appuntamento, per affrontare le difficoltà generate dalla scarsa consapevolezza
di se stessi, conflittualità interiori, disagi comportamentali non patologici,
necessità di confrontarsi. La filosofia è già entrata nelle vite degli abitanti
di Corigliano, perché il loro sindaco, Ada Fiore (foto in basso), non ha mai
smesso di fare il suo primo lavoro, l’insegnante di filosofia, e dal
laboratorio “Salento che pensa” allo sportello filosofico il passo è stato
breve.
«Un consulente filosoficoserve a creare dinamiche comportamentali nuove – spiega il
sindaco Fiore – a far capire che ognuno può ricominciare ripartendo da se
stesso. In un momento di grande sfiducia, di scarse risposte esterne, è
fondamentale imparare a cercare dentro di sé, guardarsi dentro per raggiungere
consapevolezze nuove. La filosofia aiuta a vedere quello che è evidente, la
verità che è dentro di noi come ci ha insegnato Socrate, per capire chi sei,
cosa sei, cosa vuoi». Lavorerà in sinergia con i servizi sociali, ma non farà
psicoterapia.
«Il consulente filosofico utilizza gli strumenti
della filosofia, i riferimenti della formazione filosofica – spiega Graziella
Lupo, specializzata alla Ca’ Foscari di Venezia nell’ambito della scuola di
Umberto Galimberti – e l’approccio è differente rispetto alla pratica
psicoanalitica. Intanto crea una dinamica di reciprocità tra consultato e
consultante: il primo mette a disposizione il suo bagaglio, ma poi insieme
fanno un viaggio di ricerca. Poi non presuppone una cura, una terapia. Chi si
rivolge ad un consulente filosofico mette a fuoco le idee che muovono il suo
comportamento e il suo stare al mondo: questo è il primo processo, la
consapevolezza della propria visione del mondo e a volte è proprio questa che
provoca disagio. Nell’esercizio della libertà e insieme al consulente si
sceglie di cambiare».
La pratica ricorda un po’ i dialoghi socratici,
confronti dialettici in cui il
maestro mette a disposizione i suoi strumenti. «Assolutamente sì – continua la
consulente – il riferimento socratico nella nostra esperienza è fondamentale e
tutto il percorso si sviluppa nella dinamica dialogica. Usiamo testi filosofici,
e non solo, ma il processo è sempre di apertura delle domande e attivazione
della ricerca, maieutico, di chiarificazione di quello che abbiamo già dentro
in forma oscura».
«Nelle altre città in cui esiste è solitamente
abbinato alla biblioteca – conclude – noi lo mettiamo nel palazzo municipale,
come elemento fortemente istituzionale, ma voluto dalla città come maturazione
del laboratorio filosofico».
Aggiunto il 12/05/2012 19:54 da Admin
Argomento: Consulenza filosofica
Autore: Claudia Presicce