Botta è professore di
Storia delle religioni presso l'Università di Roma «La Sapienza». Studioso di
storia, religioni e culture dell'America indigena, e in particolare delle
civiltà post-classiche mesoamericane, ha più recentemente condotto una
rilettura storico-religiosa di alcune fonti missionarie della prima storia
coloniale della Nuova Spagna. È membro della Società italiana di storia delle
religioni, dell'Associazione italiana per le scienze etno-antropologiche e
della redazione di «Studi e materiali di storia delle religioni». Tra le sue
pubblicazioni: La religione del Messico
antico (Roma 2006); Religione e
conquista. Saggi sul discorso coloniale in Messico (Roma 2008); Cinema e religioni (a cura di, Roma
2010); Manufacturing Otherness. Missions
and Indigenous Cultures in Latin America (a cura di, Newcastle upon Tyne
2013); Le religioni e le arti. Percorsi
interdisciplinari in età contemporanea (a cura di, Brescia-Roma 2015).
Mentre nella zona maya, l'esaltazione del lignaggio regale e del culto degli antenati assunse durante l'intero Periodo Classico un ruolo fondamentale e contribuì allo sviluppo del modello dinastico, nell'area dell'altopiano centrale del Messico si stava sviluppando la città di Teotihuacan, culla di una civiltà che avrebbe profondamente influenzato la storia della Mesoamerica, la cui crescita raggiunse il massimo splendore intorno al V secolo, quando, dopo aver rapidamente attratto la popolazione dei dintorni, la città arrivò a ospitare circa centocinquantamila abitanti, divenendo il più importante centro culturale, commerciale e religioso dell'area. Teotihuacan, le cui rovine monumentali distano solo cinquanta chilometri dall'odierna Città del Messico, era ordinata secondo una pianta ortogonale: il suo reticolo era diviso in quattro quadranti da due assi circondati da un gran numero di complessi residenziali edificati secondo un piano urbanistico controllato dal governo centrale. Il più importante dei due assi, il cosiddetto "Viale dei morti", correva lungo la direzione Nord-Sud ed era il teatro delle operazioni amministrative e rituali. La splendida via processionale era fiancheggiata da numerose costruzioni e chiusa dalle due piramidi del Sole e della Luna. All'estremità meridionale si trovavano un grande mercato e il Tempio di Quetzalcoatl ("Serpente Piumato").
Mentre nell'area maya il bagaglio simbolico del Periodo Preclassico aveva raggiunto il suo apogeo nell'esaltazione delle dinastie dei sovrani, a Teotihuacan il potere politico aveva assunto forme differenti attraverso un governo di tipo collettivo che emergeva come risposta alla composizione multietnica della popolazione e i cui protagonisti erano rappresentati in forme impersonali. Questa peculiare direzione politica, tesa a esaltare la "territorialità" in luogo della dinastia, produsse conseguenze anche su un piano genericamente culturale. La condivisione del potere tra i differenti gruppi della città non produsse infatti uno sviluppo di quei mezzi espressivi che nell'area maya erano apparsi indispensabili per l'esaltazione dei sovrani. A Teotihuacan mancava un sistema di scrittura fonetica pienamente sviluppato e non trovavano posto alcuni degli elementi del sistema calendariale. L'assenza di questi strumenti espressivi non fu però dovuta a un isolamento della civiltà teotihuacana che intratteneva relazioni con le popolazioni dell'intera Mesoamerica. La rinuncia all'uso della scrittura fu semmai frutto di una scelta consapevole che rispondeva alla necessità di marcare una frattura ideologica che intendeva edificare un nuovo ordine politico che, rinunciando alla regalità dinastica, dava espressione a una sovranità di carattere multiculturale.
La conferenza si tiene nel Teatro della Fondazione, con inizio alle ore 17,30. La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio conferenze presente nel sitowww.fondazionesancarlo.it, da cui potrà essere scaricata gratuitamente.A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione.
Paola Ferrari, ufficio stampa FSCpaola@paolaferrari.itwww.fondazionesancarlo.itAggiunto il 05/12/2016 11:55 da Paola Ferrari
Argomento: Filosofia delle religioni
Autore: Paola Ferrari