Venerdì 10 novembre proseguono alla Fondazione Collegio San Carlo di
Modena (via San Carlo, 5) le lezioni del ciclo dedicato al tema Politica. Istituzioni e società
nelle culture dell’Occidente, ideato dal Centro Culturale. L’incontro di venerdì,
Opinione pubblica. Comunicazione politica e
crisi della rappresentanza nell’epoca di internet, sarà tenuto da Massimiliano Panarari, editorialista del quotidiano «La Stampa». Consulente di comunicazione politica,
scrive per la rivista «Il Mulino» e collabora con l’Università Bocconi di Milano e con
la School of Government dell’Università LUISS di Roma. Nei suoi studi si è
occupato delle trasformazioni delle forme di comunicazione nella società
contemporanea, con particolare attenzione all’evoluzione del giornalismo e
dell’opinione pubblica. Ha inoltre approfondito il ruolo svolto dalla
comunicazione nell’affermazione di sistemi di potere. Ha pubblicato
recentemente: L’egemonia sottoculturale. L’Italia da Gramsci al gossip (Torino
2010); Elogio delle minoranze. Le occasioni mancate dell’Italia (et al.,
Venezia 2012); Alfabeto Grillo. Dizionario critico ragionato del Movimento 5 Stelle (a cura di, Milano-Udine 2014); Poteri e
informazione. Teorie della comunicazione e storia della manipolazione politica
in Italia (1850-1930) (Firenze 2017).
Negli ultimi decenni si è assistito a imponenti mutamenti
nel campo della comunicazione politica grazie all’avvento delle nuove
tecnologie informatiche e digitali (il web, i nuovi media, i social network),
che hanno contribuito a ridefinire il concetto di rappresentanza e a
ridisegnare i rapporti tra cittadini, classe politica e istituzioni. Tra questi
cambiamenti una particolare attenzione deve essere riservata alla progressiva
delegittimazione di figure di mediazione tra cittadini e politici (i cosiddetti
“corpi intermedi”) e al conseguente indebolimento del ruolo dell’opinione
pubblica tradizionalmente intesa. Benché le sue origini rimontino al XVIII secolo, si
può sostenere che l’opinione pubblica così come la conosciamo oggi nasca all’inizio del Novecento negli Stati Uniti, il
paese che più di tutti incarna le caratteristiche della società di massa. Uno
degli osservatori più acuti di questo fenomeno è senza dubbio il giornalista
americano Walter Lippmann, autore nel 1922 di un testo dal titolo emblematico, Public
Opinion, destinato a diventare in
seguito un classico delle ricerche sulla comunicazione nelle società
contemporanee. Con grande capacità di analisi, Lippmann riesce a
cogliere l’influenza crescente che i mezzi
di comunicazione hanno acquisito nel primo dopoguerra e al tempo stesso denuncia
la mistificazione della realtà operata da alcuni settori della stampa. Nel suo
testo, Lippmann delinea una teoria democratica della comunicazione, fondata
sull’idea di un’informazione indipendente in grado di raccontare l’operato dei
ceti dirigenti, così da consentire alla cittadinanza una partecipazione critica
al dibattito pubblico. Naturalmente –
spiega Panarari - Lippmann è consapevole
dei tratti utopici di tale aspirazione, ma non rinuncia a svelare e sottolineare
questioni fondamentali, quali l’organizzazione del consenso nell’ambito delle società
di massa mediante il controllo dei circuiti della comunicazione, l’esigenza di
un giornalismo che si ponga alla stregua di servizio pubblico, il nesso tra economia
– e sue oligarchie – e libertà di stampa e di informazione, tanto rilevante da
poter svuotare e vanificare quest’ultima.
La
conferenza si tiene nel Teatro della
Fondazione, con inizio previsto alle
ore 17,30. L’incontro sarà trasmesso anche in diretta web collegandosi al sito www.fondazionesancarlo.it.
La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio
conferenze presente sullo stesso sito, dove sarà accessibile gratuitamente. A richiesta si
rilasciano attestati di partecipazione.
Paola
Ferrari, ufficio stampa FSC
ufficiostampa@fondazionesancarlo.it
www.fondazionesancarlo.it
Aggiunto il 09/11/2017 20:21 da Paola Ferrari
Argomento: Filosofia contemporanea
Autore: Paola Ferrari