La critica di Nietzsche
all’«ideale ascetico» è una critica ricorrente: appare nel 1878 nei §§ 136-144 di
Umano, troppo umano,
per poi fare spesso ritorno, assecondando l’andatura rapsodica del filosofo,
prima di trovare la sua magistrale orchestrazione dieci anni più tardi, nel
1887, nella terza dissertazione della Genealogia
della morale.
Per Nietzsche non si tratta affatto di rivalutare, per così dire
meccanicamente, il piacere contro la sofferenza volontaria. Il § 225 di Al di là del bene e del male
richiama uno accanto all’altro utilitarismo, eudemonismo, edonismo e …
pessimismo. Bentham e Schopenhauer, la stessa battaglia e secondo Nietzsche,
entrambi concordano sul carattere decisivo dell’antinomia piacere/sofferenza e
sul fatto che, in un modo o nell’altro, è necessario evitarla.
L’uomo crede di dover combattere in sè stesso una natura corrotta. E così ritroviamo l’ascetismo cristiano. Ma ciò può anche significare che in sé stesso il superuomo deve superare l’uomo: «L’uomo è qualcosa che deve essere superato», dice Zarathustra. In me, l’ostacolo è l’uomo nella misura in cui «l’uomo» è precisamente il cristiano ascetico: è sull’uomo in me che la volontà deve esercitare la sua potenza e ciò non può darsi senza dolore. Nietzsche realizza una genealogia dell’ascetismo che è interamente orientata contro ciò che quest’ultimo è diventato nelle mani della Chiesa.
Arriva così a difendere una nuova forma di ascesi il cui fine è quello di cancellare in sè stessi, dolorosamente, ogni traccia di ascetismo cristiano. L’impresa è coerente. Tuttavia, realizzandola, Nietzsche non vede fino a che punto tale impresa dipenda da una congiuntura storica che ha fatto emergere il concetto stesso di «ascetismo». Il genealogista dimentica lo storico, il filosofo dimentica il filologo: in questo senso, si può temere che egli fosse meno «inattuale» di quanto pretendeva.
La conferenza si tiene nel Teatro della Fondazione. La partecipazione è libera e a richiesta si rilasciano attestati di partecipazione. Il ciclo di lezioni è organizzato dalla Fondazione Collegio San Carlo di Modena, ente accreditato presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ai sensi di quanto previsto dalla Direttiva di accreditamento degli enti di formazione del personale della scuola n. 170/2016, con il contributo di BPER: Banca. La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio conferenze presente sul sito www.fondazionesancarlo.it, dove sarà accessibile gratuitamente.
Erede di una tradizione secolare nell’ambito della formazione dei giovani, la Scuola Internazionale di Alti Studi “Scienze della cultura” rappresenta un centro di eccellenza e di alta qualificazione didattica e scientifica. La Scuola ha per fine la formazione post-lauream secondo programmi di ricerca interdisciplinari (filosofia, scienze religiose, scienze umane e sociali e studi storici) e prevede due distinti percorsi formativi, ai quali si accede per concorso pubblico internazionale: il corso di perfezionamento triennale, riconosciuto equipollente al dottorato di ricerca, e il corso di specializzazione annuale. L’attività didattica consiste in corsi residenziali con docenti di fama internazionale, seminari, incontri di discussione e convegni per un totale annuo di oltre 250 ore di lezione in lingua italiana, inglese e francese.
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Aggiunto il 13/05/2019 23:59 da Paola Ferrari
Argomento: Filosofia moderna
Autore: Paola Ferrari