FILOSOFIA IN ITALIA

NATURA SELVAGGIA

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Venerdì 26 ottobre proseguono alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena (via San Carlo, 5) le lezioni del ciclo dedicato al tema Ambiente. Tra natura, storia e cultura, realizzato dal Centro Culturale. L’incontro di venerdì, dal titolo La natura selvaggia. Origini e sviluppi di un modello culturale nella modernità, sarà a cura di Franco Brevini, professore di Letteratura italiana presso l’Università di Bergamo. Collaboratore del «Corriere della Sera», si è occupato di poesia dialettale, con riferimento soprattutto all’opera di Giotti, Tessa, Noventa e Pasolini, e di letteratura di viaggio e di montagna, accompagnando la ricostruzione storica delle esplorazioni alpine e artiche con il racconto autobiografico. Oltre ad aver curato l’antologia in tre volumi La poesia in dialetto. Storia e testi dalle origini al Novecento (Milano 1999), ha pubblicato: La letteratura degli italiani. Perché molti la celebrano e pochi la amano (Torino 2010); L’invenzione della natura selvaggia. Storia di un’idea dal XVIII secolo a oggi (Torino 2013); Alfabeto verticale. La montagna e l’alpinismo in dieci parole (Bologna 2015); Simboli della montagna (Bologna 2017); Così vicini, così lontani. Il sentimento dell’altro fra viaggi, social, tecnologie e migrazioni (Milano 2017).

La nozione di natura selvaggia, a cui spesso ci si riferisce con il termine inglese wilderness, ha un’origine relativamente recente. Se per lunga parte dell’età moderna il bosco e le montagne sono stati interpretati in senso negativo come luoghi non riscattati dall’attività e dal lavoro dell’uomo, è soltanto a partire dal XVIII secolo che nella riflessione filosofica e letteraria occidentale la natura comincia a essere considerata come un antidoto ai mali della civiltà, al suo carattere artificiale e alla sua perdita di spontaneità. Con l’inizio della rivoluzione industriale, i luoghi selvaggi vengono sempre più spesso contrapposti all’ambiente urbano, finendo con l’essere avvertiti come una possibile risposta alla degenerazione della società borghese. In tempi più recenti, la natura selvaggia sembra assurgere a una sorta di mito collettivo, in cui si concentrano le preoccupazioni e i sensi di colpa dell’uomo verso il progressivo deterioramento del pianeta. Tutto ciò contribuisce a porre in luce lo statuto per certi versi paradossale dell’idea di natura selvaggia. Nella cultura dell’ancien régime essa era assente - spiega Brevini - nel senso che non esisteva come idea a sé, proprio mentre la natura selvaggia trionfava invitta e rigogliosa al di fuori delle categorie culturali dell’uomo, in un mondo ancora pieno di foreste vergini, di isole deserte e di montagne mai scalate. Al contrario, nella modernità la natura selvaggia è quanto mai presente, la sua idea si è compiutamente affermata nella nostra cultura, ma solo per testimoniare la propria tendenziale e inarrestabile cancellazione dalla realtà, di conserva con la progressiva caduta di tutte le ultime «frontiere».

La conferenza si tiene nel Teatro della Fondazione, con inizio previsto alle ore 17,30. L’incontro sarà trasmesso anche in diretta web collegandosi al sito www.fondazionesancarlo.it. La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio conferenze presente sullo stesso sito, dove sarà accessibile gratuitamente. A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione.

 

Paola Ferrari, ufficio stampa FSC

paola@paolaferrari.it   -  www.fondazionesancarlo.it

 




Aggiunto il 22/10/2018 20:40 da Paola Ferrari

Argomento: Filosofia contemporanea

Autore: Paola Ferrari