FILOSOFIA IN ITALIA

La Riforma Protestante e il continuo fondamentale esame di sé stessa della Chiesa

Martedì 3 ottobre hanno inizio alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena (via San Carlo, 5 ) le lezioni del ciclo dedicato al tema Riforma. I processi di rinnovamento nella storia del cristianesimoideato dal Centro Studi Religiosi. Emidio Campi presenta la conferenza dal titolo «Ecclesia semper reformanda». Variazioni sul tema della riforma della Chiesa.

Emidio Campi è professore emerito di Storia della Chiesa all’Università di Zurigo. È membro del comitato di redazione delle riviste «Zwingliana», «Reformation and Renaissance Review» e del comitato scientifico del «Bollettino della Società di studi valdesi». Visiting professor in numerose università (Buenos Aires, Montreal e Seul), si è occupato di storia del protestantesimo tra XVI e XVII secolo, dell’influenza della Riforma sulla storia culturale dell’età moderna e dello sviluppo del movimento ecumenico. Oltre ad aver promosso la pubblicazione delle opere di Vermigli e Bullinger e degli ordinamenti delle Chiese di Basilea e Zurigo, ha curato l’edizione italiana degli scritti di Calvino, Zwingli e Müntzer. Tra i suoi libri recenti: La battaglia delle vocali. L’autorità della Scrittura nel dibattito protestante (Bologna 2013); Shifting Patterns of Reformed Tradition (Göttingen 2014); Companion to the Swiss Reformation (a cura di, Leiden 2016).

Per molte persone la parola “Riforma” evoca immediatamente l’eroica memoria di un risoluto frate agostiniano tedesco che sfidò la Chiesa Romana affiggendo le sue novantacinque tesi il 31 ottobre 1517. Prima però che fosse applicata al lavoro di Martin Lutero, la parola riforma ha avuto una storia ampia e diversificata ed era già di uso comune nel latino classico. Nel suo senso più ampio, vuole significare ogni tentativo di rinnovare l’essenza di una comunità, di un’istituzione o di un gruppo attraverso il ritorno alle sue origini, alle sue fonti primarie. Infatti il concetto era conosciuto nella Cristianità sin dalle sue origini ed era utilizzato all’epoca dei Padri della Chiesa per indicare che i cristiani e la chiesa erano continuamente nel bisogno di una trasformazione per il meglio. Alla vigilia della Riforma le concezioni della reformatio ecclesia non erano affatto uniformi. Tutte queste concezioni di reformatio erano orientate, in un modo o nell’altro, verso una condizione cristiana immaginata come immacolata, e tutte speravano nella sua comune futura restaurazione. Gli storici sono certamente nel giusto nell’aver denominato come “riformatori” coloro che hanno chiaramente compreso il vero senso del termine reformatio – spiega Emidio Campi - ovvero la straordinaria consapevolezza che la Chiesa è nata, vive e procede nella Parola di Dio. Ciò non significa una fuga dalla storia a favore di qualche astratta questione teologica. Il ristabilire il primato dell’autorità e dell’importanza della Parola di Dio – prosegue Campi - è compatibile con la teoria storiografica che considera la Riforma protestante come parte dell’ampio processo di trasformazione politica, economica e socio-culturale che si estende dalla nascita dei comuni nel tardo medioevo al processo di confessionalizzazione della prima modernità.

 La conferenza si tiene nel Teatro della Fondazione, con inizio previsto alle ore 17,30. La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio conferenze presente nel sito www.fondazionesancarlo.it, da cui potrà essere scaricata gratuitamente.

A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione.

 

Paola Ferrari, ufficio stampa FSC

ufficiostampa@fondazionesancarlo.it www.fondazionesancarlo.it


Aggiunto il 02/10/2017 13:44 da Paola Ferrari

Argomento: Filosofia delle religioni

Autore: Paola Ferrari