FILOSOFIA IN ITALIA

L'Ottocento e il caso Wagner

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Venerdì 13 aprile proseguono alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena (via San Carlo, 5) le lezioni del ciclo dedicato al tema Politica. Istituzioni e società nelle culture dell’Occidente, ideato dal Centro Culturale. L’incontro di venerdì, dal titolo Ottocento politico. Il caso Richard Wagner, sarà tenuto da Pier Paolo Portinaro, professore di Storia delle dottrine politiche presso l’Università di Torino e docente della Scuola di Studi Superiori “Ferdinando Rossi” dello stesso Ateneo. Socio corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Torino, Portinaro fa parte del comitato di direzione della rivista «Filosofia politica». Nelle sue ricerche si è occupato dell’esperienza filosofica e politica della modernità, studiando l’intreccio tra categorie politiche, modelli concettuali e forme del giudizio morale e approfondendo i fenomeni del totalitarismo e del genocidio. Si è inoltre confrontato con i processi di trasformazione storica che hanno riguardato le istituzioni politiche europee. Tra le sue pubblicazioni recenti: La giustizia introvabile. Lezioni di filosofia politica (Torino 2012); Passioni violente e memorie contrastate. Scene dal Novecento europeo (a cura di, Milano-Udine 2014); L’imperativo di uccidere. Genocidio e democidio nella storia (Roma-Bari 2017).

È difficile sottovalutare l’importanza di Wagner per la storia musicale dell’Occidente. La sua opera costituisce infatti uno spartiacque decisivo grazie soprattutto all’introduzione del Wort-Ton-Drama, il dramma di musica e parole, che sta alla base della sua concezione estetica e che anima i suoi capolavori, a partire dalla tetralogia del Ring des Nibelungen, dal Tristan und Isolde e dal Parsifal. Qui la creazione musicale si arricchisce di elementi tratti dalle leggende e dai miti della tradizione nordica e di una rilettura in chiave mistica ed esoterica delle religioni monoteistiche, in cui musica, poesia e recitazione si fondono. Dal punto di vista del linguaggio musicale, non esiste per Wagner alcuna distinzione tra recitativi e arie, l’azione è continua e non conosce pause, l’armonia e melodia sono ripensate esplicitamente contro i canoni del romanticismo. Ma il ruolo di Wagner è rilevante anche in campo filosofico, come dimostra il legame tormentato con Nietzsche e l’influenza esercitata su di lui dal pensiero di Schopenhauer, e in campo politico. Prese infatti parte ai moti rivoluzionari del 1848, fu amico di Bakunin, scrisse pamphlet come L’arte e la rivoluzione e per sfuggire all’arresto dovette rifugiarsi a Weimar e Zurigo. Non vi è chi possa dubitare della rilevanza di Richard Wagner come musicista e come teorico di una forma d’arte totale spiega Portinaro. Ma su quanto la sua biografia e la sua concezione della storia, della società e del potere siano rappresentative di un Ottocento profondo che ha proiettato la sua ombra sul secolo successivo e continua ad abitare i gangli oscuri del nostro presente è necessario ancora fare luce, muovendo dai molti crocevia intellettuali della sua vita e da un’interpretazione complessiva della sua concezione politica, così come emerge dai suoi scritti, dall’epistolario e dai suoi drammi musicali – in particolare dalla rivisitazione del mito compiuta nel Ring.

La conferenza si tiene nel Teatro della Fondazione, con inizio previsto alle ore 17,30. L’incontro sarà trasmesso anche in diretta web collegandosi al sito www.fondazionesancarlo.it. La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio conferenze presente sullo stesso sito, dove sarà accessibile gratuitamente. A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione.

Paola Ferrari, ufficio stampa FSC paola@paolaferrari.it   -  www.fondazionesancarlo.it                                                                         




Aggiunto il 12/04/2018 21:19 da Paola Ferrari

Argomento: Filosofia moderna

Autore: Paola Ferrari