FILOSOFIA IN ITALIA

L’ESPERIENZA DEL SACRO TRA ORIENTE E OCCIDENTE

pubblicoconferenze415500510422.jpg

Le attività culturali del Centro Studi Religiosi della Fondazione Collegio San Carlo di Modena (via San Carlo 5 – 059.421237) proseguono sul tema Il sacro. L’esperienza simbolica del divino nelle tradizioni religiose. Il programma ha inizio il 12 febbraio e termina il 2 aprile, comprende cinque appuntamenti che si tengono sempre di martedì alle ore 17.30. La partecipazione è libera e gratuita.

La riflessione sul sacro compiuta nella prima parte del ciclo di conferenze, tra ottobre e gennaio, ha preso le mosse da una ricostruzione dei momenti storici maggiormente significativi del tema, dall’ermetismo antico alla Grecia classica, dalla repubblica Romana al Medioevo cristiano, dal Rinascimento alla secolarizzazione moderna.

Con la seconda parte del ciclo, da un lato, si cerca di comprendere in che modo la relazione con il sacro viene vissuta in due diversi contesti orientali, quello del sacrificio rituale nella tradizione Hindu e quello della relazione tra spazio sacro e spazio profano nella tradizione Shinto giapponese – spiega Giuliano Albarani, presidente della Fondazione San Carlodall’altro lato, si riflette sul modo in cui oggi l’Occidente si confronta con l’esperienza del sacro, dove la sua ambivalenza si ripropone in modo significativo, concentrandosi soprattutto su alcuni aspetti legati agli oggetti quotidiani.

Il “sacro” è un fatto religioso, sociale e culturale complesso che appartiene a tutte le società, le religioni, le epoche – afferma Carlo Altini, direttore scientifico della Fondazione San Carloma ovviamente cambiano le modalità con le quali le comunità interpretano il sacro, per esempio nei suoi rapporti con ciò che è profano. Per esaminare concretamente un fenomeno religioso legato al “sacro” è dunque necessario specificare il periodo storico e la società in questione. È tuttavia possibile individuare una caratteristica comune a tutte le esperienze del sacro: quella di rimandare a una radicale “ulteriorità” rispetto all’esistenza terrena.

Questa complessità del sacro è evidente in almeno due casi esemplari: la storia della concezione delle immagini sacre e la sacralizzazione di oggetti di uso comune nel mondo contemporaneo. Durante il conflitto iconoclasta che culmina nei concili di Hieria e Nicea si confrontano due diverse concezioni dell’immagine: quella dell’immagine come ausilio alla memoria e all’educazione, ma che in se stessa non è portatrice di sacralità, e quella della sacralità dell’immagine in quanto espressione diretta della divinità in essa presente e non solo rappresentata (il cui esempio maggiore è l’icona nel cristianesimo orientale). Nel mondo contemporaneo, invece, ha raggiunto una dimensione significativa un fenomeno particolare: l’eccedenza del sacro rispetto al religioso, con forme recenti di privatizzazione dell’esperienza religiosa, ha prodotto forme di sacralizzazione del quotidiano rivolte a pratiche e oggetti appartenenti alla biografia personale degli individui o addirittura al panorama del consumismo contemporaneo.

In questi come in numerosi altri casi, la presenza del sacro si dimostra ineludibile e pervasiva, anche oltre i limiti dell’esperienza religiosa. Ricostruirne le molteplici forme di manifestazione può rivelarsi una via efficace per comprenderne la natura.

A Fabio Dei, professore di Antropologia culturale all’Università di Pisa, il compito di iniziare il ciclo di incontri martedì 12 febbraio, con la lezione intitolata La sacralizzazione degli oggetti quotidiani nel mondo contemporaneo in cui riflette sugli oggetti ‘sacri’ e domestici allo stesso tempo che fanno parte, diversamente dai beni dei musei, della vita stessa e con essa sono intrecciati. Il “mondo invisibile” al quale rimandano non è necessariamente quello della lontananza o dell’alterità spazio-temporale. È piuttosto quello della devozione a un’intimità ordinaria che si tenta di immobilizzare nel tempo, malgrado l’evidenza della sua fuggevolezza. Qualcosa che ci aiuta a credere nella vita.

Gli incontri proseguiranno con la conferenza di Angela Ales Bello, professoressa di Storia della filosofia contemporanea alla Pontificia Università lateranense di Roma, che martedì 26 febbraio parlerà su Le vie del sacro. Un’analisi fenomenologica dell’esperienza religiosa. L’incontro di martedì 5 marzo, dal titolo La sacralità dell’immagine nel cristianesimo antico e medievale. Dibattiti culturali e conflitti teologici, sarà a cura di Maria Bettetini, professoressa di Estetica e filosofia delle immagini all’Università IULM di Milano. Martedì 19 marzo Massimo Raveri, professore di Religioni e filosofie dell’Asia orientale all’Università Ca’ Foscari di Venezia, terrà una lezione su Dove si incontrano gli dèi. La percezione dello spazio sacro nella tradizione shintoista; martedì 2 aprile si terrà la lezione di Alberto Pelissero, professore di Filosofie, religioni e storia dell'India e dell’Asia centrale all’Università di Torino, dal titolo Sacrificio e devozione rituale nelle tradizioni dell’India.

Tutte le conferenze saranno trasmesse in diretta web sul sito www.fondazionesancarlo.it. Le registrazioni delle lezioni saranno inserite nell’archivio conferenze presente sullo stesso sito, dove potranno essere consultate gratuitamente.

 

Per informazioni

tel. 059.421237

csr@fondazionesancarlo.it




Aggiunto il 13/02/2019 10:44 da Paola Ferrari

Argomento: Filosofia delle religioni

Autore: Paola Ferrari