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FILOSOFIA IN ITALIA

IL VIAGGIO AGLI INFERI NELL’ANTICA MESOPOTAMIA

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Martedì 6 ottobre hanno inizio alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena (via San Carlo, 5) le lezioni del ciclo dedicato al tema Immaginare l’altrove. Rappresentazioni dell’aldilà nelle culture religiose ideato dal Centro Studi Religiosi. Simonetta Ponchia presenta la conferenza dal titolo Il viaggio agli inferi nella letteratura dell’antica Mesopotamia.

Simonetta Ponchia è professoressa di Storia del Vicino Oriente antico presso l’Università di Verona. Studiosa di storia siro-mesopotamica, ha dedicato le sue ricerche alla storiografia, al diritto e alle strutture amministrative del Vicino Oriente antico, alla tradizione letteraria sumero-accadica e all’eredità intellettuale del mondo vicino orientale antico nelle tradizioni successive, oltre che al sistema di relazioni tra il mondo asiatico e quello mediterraneo. Tra le sue pubblicazioni: The Standard Babylonian Myth of Nergal and Ereškigal (et al., Helsinki 2013).

Il mondo dei morti nell’antica Mesopotamia è un mondo sempre in relazione con quello dei vivi, che fondamentalmente ne teme le incursioni.

Data la sua rilevanza, la tematica è stata oggetto di numerosi studi che concernono sia le figure divine e la topografia del mondo infero, sia la condizione dei trapassati, sia le figure dei “demoni” e le connessioni tra queste varie categorie.

Nella concezione mesopotamica esiste un mondo dei morti caratterizzato come “paese da cui non c’è ritorno”, a garanzia di un cosmo che mantiene il suo ordine, in cui i morti non possono “sopraffare i vivi”: i contatti sono per così dire disciplinati dalle stesse incursioni divine, che servono a rappresentare non solo la buia esistenza degli Inferi, ma anche l’importanza del rito, che tale condizione serve in qualche modo ad alleviare. Il rito mantiene e talvolta corregge i rapporti nella comunicazione tra i due mondi - spiega Ponchia -  secondo il modello che i miti presentano, e diviene particolarmente prezioso nel caso in cui “spettri” e “demoni” affliggano i vivi e sia necessario servirsi delle vie che gli dèi hanno percorso e degli espedienti che hanno escogitato per ristabilire l’equilibrio, anche riassegnando a coloro che ne sono stati privati dalle circostanze della vita, o della loro stessa morte, le condizioni per essere raggiunti dal contatto rituale.

La conferenza si tiene presso la Chiesa di San Carlo (Via San Carlo, Modena) con inizio previsto alle ore 17.30. L’ingresso è libero su prenotazione (effettuabile su www.fondazionesancarlo.it) fino a esaurimento posti (a richiesta si rilasciano attestati di partecipazione). Le conferenze saranno trasmesse in diretta web e successivamente potranno essere gratuitamente consultate sul sito della Fondazione.

 

Per informazioni

tel. 059.421208

csr@fondazionesancarlo.it




Aggiunto il 05/10/2020 13:08 da Paola Ferrari

Argomento: Filosofia delle religioni

Autore: Paola Ferrari