Venerdì 21 ottobre proseguono
alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena (via San Carlo, 5) le lezioni del
ciclo dedicato al tema Tecnica. Forme di
conoscenza e di costruzione del mondo, ideato dal Centro Culturale. L’incontro di venerdì dal
titolo Il telescopio di Galilei e la
rivoluzione scientifica è a cura di Michele Camerota, professore di Storia delle scienze e delle tecniche
all’Università di Cagliari.
Direttore della rivista «Galilæana. Journal of Galilean Studies», è
coordinatore del Comitato nazionale per l’aggiornamento dell’Edizione Nazionale
delle Opere di Galileo Galilei, di cui ha curato la pubblicazione del Carteggio (Firenze
2015). Nei suoi studi si è occupato dell’evoluzione della scienza nella prima
età moderna, dedicando particolare attenzione alla rivoluzione astronomica
copernicana, alla fisica sperimentale e alla diffusione delle scoperte
galileiane a livello europeo. Recentemente ha pubblicato: Galileo Galilei e la cultura
scientifica nell’età della Controriforma (Roma 2004); Mechanics and Cosmology in the
Medieval and Early Modern Period (a cura di, Firenze 2007); Il caso Galileo. Una rilettura
storica, filosofica, teologica (a cura di, Firenze 2011); Il telescopio di Galileo. Una storia
europea (et al., Torino 2012).
Nel corso del Seicento il telescopio ebbe una vasta
risonanza tanto nella comunità scientifica, quanto in tutta la cultura
dell’epoca, come dimostrano le numerose tracce iconografiche e letterarie ad
esso legate. Alla radice della fascinazione dei contemporanei per il cannocchiale
non vi era solo la “meraviglia” destata dal nuovo apparecchio, ma anche le
formidabili scoperte di «novi orbi, novi lumi, e novi moti» che potevano essere
effettuate grazie allo strumento. La rivelazione di queste “novità celesti” era
destinata a cambiare alle radici l’immagine del cosmo, aprendo orizzonti inediti
per la scienza astronomica e prospettive originali per una rinnovata
considerazione del rapporto tra uomo e mondo. In tal senso l’occhiale, estendendo le possibilità
della vista e della conoscenza, sembrerà rendere gli uomini più partecipi dei
misteri del creato. Proprio lo scalpore suscitato dai risultati dell’impiego
astronomico del cannocchiale spiega l’enorme notorietà conquistata, in tempi
molto rapidi, dal suo più audace utilizzatore: Galileo, che costruì il suo
primo telescopio nell’estate del 1609, per poi perfezionarlo e potenziarlo dal
punto di vista tecnico negli anni successivi. Ben lungi dal considerarlo nei termini di una mera curiosità –
spiega Camerota -, Galileo seppe tempestivamente
comprendere le potenzialità dello strumento quale prezioso sussidio per l’indagine
naturalistica, non esitando infatti ad usarlo nell’ambito della ricerca
astronomica, col risultato di scompaginare radicalmente le credenze in merito
all’assetto dei cieli e all’estensione del creato. Gli esiti di questa
sorprendente iniziativa aprivano, di fatto, la strada a uno dei più
straordinari e repentini mutamenti di scenario culturale della storia.
La
conferenza si tiene nel Teatro della
Fondazione, con inizio previsto alle ore 17,30. L’incontro sarà trasmesso
anche in diretta web collegandosi al
sito www.fondazionesancarlo.it. La conferenza, come tutte le altre
del ciclo, sarà inserita nell’archivio conferenze presente sullo stesso sito, da
cui potrà essere scaricata gratuitamente. A richiesta si rilasciano attestati
di partecipazione.
Paola
Ferrari, ufficio stampa FSC
paola@paolaferrari.it www.fondazionesancarlo.it
Aggiunto il 20/10/2016 10:03 da Paola Ferrari
Argomento: Filosofia della tecnica
Autore: Paola Ferrari