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Oltre gli orizzonti del conosciuto. La sfida cruciale della mente alla scienza del XXI secolo

Si può spiegare la mente all’interno della concezione del mondo offerta dalla scienza? Il cervello può essere paragonato a un sofisticatissimo computer? L’esperienza cosciente, la libertà umana e le facoltà creative sono “proprietà emergenti” dei processi cerebrali? La mente si estende anche al di là dell’organizzazione nervosa del cervello? A queste domande l’autore, analizzando criticamente molte delle più significative teorie della mente proposte negli ultimi decenni, risponde in maniera decisamente negativa. Egli mostra infatti che tutte queste teorie, per rimanere coerenti con gli assunti base del naturalismo scientifico, sono immancabilmente costrette ad adottare un qualche tipo di artificio a livello concettuale, senza il quale non potrebbero sostenersi. Il prezzo da pagare per ricondurre la mente all’interno delle categorie concettuali e metodologiche della scienza è dunque il ricorso a strategie esplicative che, sia pur in maniera abilmente dissimulata, vengono a trovarsi in contrasto con gli stessi ideali scientifici a cui vorrebbero rimaner fedeli.
Per giungere a una spiegazione soddisfacente dei fenomeni mentali, evitando le lusinghe del dualismo, la via indicata dall’autore è quella di volgersi arditamente in nuove direzioni di ricerca, che facciano riferimento a principi del tutto inediti, inevitabilmente lontani dai presupposti che oggi diamo per scontati e ci sembrano irrinunciabili.
Si tratta di un’opera pregevole soprattutto sotto il profilo critico. Di particolare rilievo si presentano le obiezioni rivolte alla “teoria della mente” di John Searle, sostenute dall’analisi puntigliosa di decine di passi di quest’autore: obiezioni che sembrano lasciare davvero pochi spazi a eventuali tentativi di recupero. Lo stesso si può dire per le critiche di cui viene fatto oggetto il tanto popolare concetto di “proprietà emergente”, spesso applicato alla spiegazione della mente. Le argomentazioni prodotte sono numerose e per lo più sviluppate da angolazioni poco convenzionali, ma non per questo meno rigorose. Esse sollecitano risposte, magari fortemente critiche, da parte degli addetti ai lavori; di certo non potranno essere ignorate nei futuri dibattiti.
La parte “propositiva” si presenta invece un po’ carente, non mancando tuttavia spunti di notevole interesse: ad esempio, l’insistere dell’autore sulla necessità di riconoscere un ruolo adattativo alla coscienza o il rilievo dato all’esistenza di un legame inscindibile tra la libertà dell’uomo (libero arbitrio) e la coscienza, temi pressoché ignorati nella riflessione contemporanea sulla mente.
In conclusione, si può dire che Oltre gli orizzonti del conosciuto, pur non offrendo soluzioni definite al problema del rapporto della mente con la sua base materiale, si presenta come un lavoro che potrà dare un nuovo impulso al dibattito sull’argomento, oggi pericolosamente arroccato su posizioni sempre più indifendibili, aprendo fronti inediti per la discussione, facendo apparire obsolete certe problematiche e portandone alla ribalta altre, contribuendo in ogni caso a quel mutamento di prospettive che, di solito, costituisce un terreno molto fertile per la nascita di nuove teorie.

Aggiunto il 01/01/1970 01:00 da

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