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Sul significato Filosofico della Periferia

L’uomo, nel corso della storia, ha deciso sistematicamente di organizzarsi in società. 

Si tratta di una peculiarità tipicamente umana quella di riunirsi a scopo protettivo e di condividere con altri simili la propria esistenza. 

E’ anche vero che là dove sorge una città o una comunità  è possibile individuarne il centro e, di conseguenza, anche una periferia.

L’etimo greco del termine periferia è “ Periphereia” che significa circonferenza. Amo considerare questa immagine in connotazione al suo significato prettamente filosofico ed artistico.

Il cerchio, la circonferenza rimandano ad un armonioso principio di autoconservazione che vedo concretizzarsi nelle forme più differenti dell’eterno.

Ci fu chi chiamò questa complicità ciclo vitale , chi ying e yang , chi karma , chi la legò al concetto di tempo e all’universo cercando una teoria cronologica e cosmologica. Il fatto è che tutti , forse inconsapevolmente , parlavano anche di Periferia.

La Periferia rappresenta il folclore urbanistico per  antonomasia , un luogo pittoresco e contraddittorio : Innocente e violento , poetico ma al contempo degradante. Si erge come inedita Agorà del ventunesimo secolo. Perché in fondo la Periferia piace anche agli abitanti del Centro , anche solo per avere un pretesto contro cui potersi lamentare.

La Periferia fu ed è tutt’ora un grande modello d’ispirazione per poeti, cantautori e filantropi di ogni genere e tipo. Nell’immaginario collettivo hanno un ruolo di massimo riguardo.

Immagino sia per via delle loro peculiarità troppo spesso stereotipizzate : persone semplici, magari economicamente precarie e a volte dotate di un basso livello di scolarizzazione. 

Eppure è proprio la loro spontaneità viscerale che è in grado di creare personaggi singolari ed amabili in grado però di trasformarsi in violenti e spaventosi malfattori.

Pier Paolo Pasolini, di cui sono un vorace lettore, ambienta il suo primo grande romanzo intitolato “Ragazzi di vita” proprio nelle borgate dell’Urbe.

E’ ai confini della capitale che l’autore ci fa appassionare alle avventure del Riccetto e ai primi passi nel mondo degli adulti di questi ragazzi appunto “ di Vita”.

Pasolini intuì il carico umano ed emotivo che quelle Periferie erano in grado di fornire . Una Periferia che un intellettuale del suo calibro imparò ad amare e che contemporaneamente prese il sopravvento definito sulla sua persona : Pasolini venne trovato assassinato nel novembre del ’75 al Lido di Ostia, proprio un quartiere Periferico.

Non solo per la prosa ma anche per la lirica la Periferia si aggiudicò un ruolo di vitale importanza.  

A metà degli anni ’80 iniziò sorgere un nuovo trend poetico, assimilabile alla particolare scapigliatura milanese, di nome “ Slums Poetry” ; letteralmente “ La poesia dei bassifondi”.  I poeti erano senzatetto che preferirono una vita sbandata , una cosiddetta  “vita d’artista” piuttosto che un’esistenza accomodante e monotona. 

Decisero audacemente di contemplare l’antico comandamento popolare che recita : “ Vivere male per scrivere bene”.

Anche in ambito musicale la Periferia si ritagliò un ruolo di riguardo. 

Fabrizio De Andrè era abituale frequentare il porto di Genova prima di scrivere e redarre con grande cura i suoi testi e le sue canzoni.

Ma qual è la filosofia che contempla ed abbraccia tutti questi aspetti propri della Periferia ?

Interrogativo molto complesso , a cui senza dubbio non è facile rispondere.

Per quanto concerne a colui che abita la Periferia sicuramente è doveroso far riferimento al filosofo Jean Jacque Rousseau senza dubbio il primo a valorizzare gli aspetti più sanguigni dell’individuo , in termini strettamente filosofici.

La figura del bambino e l’idealizzazione dell’infanzia come “Modus Vivendi” infatti  , verranno ripresi e rielaborati successivamente da personaggi autorevoli quali Friedrich Nietzsche , ma è al filosofo francese al quale si deve la paternità di questa formidabile intuizione.

Il bambino è indifeso per definizione. 

E’ caratterizzato da un’ingenuità più o meno manifesta ma sicuramente è ancora privo di punti di riferimento imprescindibili ; se non l’amore incondizionato dei suoi genitori. Fattore purtroppo non sempre scontato.

Ecco ,  se dovessi ricontestualizzare ad oggi le tesi del filosofo Francese lo porterei probabilmente a visitare le periferie della mia amata città solamente per poter argomentare dialetticamente con lui  sulla trasparenza di quei luoghi.

Probabilmente sottolineerei la figura ossimorica che sussiste fra l’urbanistica circostante costituita da palazzoni grigi con la genuinità tipica degli abitanti di quest’ultimi. Gli uni impenetrabili , gli altri schietti e veri.

Siamo quindi certi che l’accentramento di potere , di denaro e delle leggi sia la modalità corretta con cui costituire una società civile ? 

Che Stato è uno Stato che prima di delineare una circonferenza Periferica solida permette di erigere una piramide nel centro di questo ? 

Ancora una volta mi arrogo il privilegio di portare al banco delle prove un elemento della civiltà Romana : I Limes , ovvero i confini.

Per i Romani erano il fulcro urbanistico della città , erano fortificati e ben ingegnerizzati. Erano una sottile linea ideale che preparava alla sacralità del terra dell’Impero.

E dallo stesso confine al Senato sarebbe stata comunque territorio Romano , senza alcuna differenza e senza privilegio alcuno.

Che sia forse ora di ripensare al significato Filosofico della Periferia per garantire maggiore equità al cospetto della società stessa ? L’Eredità che ci ha lasciato nei secoli e che ci consegna tutt’oggi è notevole e gravosa , gli esempi sopra citati ne sono una prova lampante.

Cari lettori , grazie per l’attenzione che ponete sempre nella lettura e per l’assidua precisione con cui vagliate i miei scritti . Non resta che congedarci con l’augurio di non perderci di vista . 

Sopratutto se ci trovassimo in Periferia.



Pietro 




Aggiunto il 12/04/2020 11:38 da Pietro Andrea Kuhn

Argomento: Filosofia politica

Autore: Pietro Andrea Kuhn



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