Riflessioni: Un dialogo necessario verso un’armonia tra estetica ed etica nel XXI secolo
L’esteta contemporaneo è definito come il "viaggiatore del momento". Il ruolo dell’esteta è presente in tutte le epoche; si tratta di una figura ambigua e apparente, che spesso si concentra solo su certi aspetti della realtà. L’apparenza, infatti, è una caratteristica che l’esteta esprime scegliendo la "maschera" più adatta a ogni situazione, divenendo così protagonista della propria soggettività.
Il "Don Giovanni" di Mozart, letto attraverso l’opera di Kierkegaard Aut-Aut, gioca un ruolo complesso ma fondamentale nel XXI secolo. Esso affonda le sue radici in una profondità che si esprime solo nel tempo e nel momento, influenzando gli individui che, privi di una morale definita, si trovano a vivere nel primo stadio esistenziale kierkegaardiano: quello dell’esperienza. In questa fase, l’individuo è chiamato a sviluppare un’autoconsapevolezza che lo conduca verso una propria morale, un'esperienza personale. Il concetto di autenticità è oggi molto discusso, ma purtroppo limitato principalmente alla sfera digitale. In passato, l’autenticità rappresentava un valore profondo, ma oggi è spesso ignorata in contesti didattici o sociali.
La riflessione che propongo mira a rinnovare il concetto di esperienza, inserendolo all’interno di una sfera estetica ed etica, ampliando il campo delle esperienze che nascono dalla morale generata dall’estetica del soggetto, che si costruisce attraverso i propri valori etici. In tal senso, il mio obiettivo è presentare questa figura centrale della società contemporanea come una porta aperta verso il futuro. La bellezza, infatti, sta nel portare il soggetto a un nuovo sguardo sull’etica, una visione proiettata su una razionalità che nasce dall’estetica. L’unico compito che ci resta è riuscire a controllare quel breve istante in cui il soggetto prova piacere, riuscendo a sospendere il giudizio e a riflettere moralmente sulla situazione. Richiamando gli aspetti della filosofia di Husserl, è necessario sottolineare l'importanza dell'epoché, che rappresenta la sospensione del giudizio. In questa prospettiva, non possiamo mai conoscere pienamente l’essenza del mondo, come suggerisce Kant con il concetto di noumeno. L'epoché ci aiuta a sviluppare una relazione migliore con l'altro, non solo sul piano comunicativo, ma anche esistenziale. Riconosciamo i limiti del nostro pensiero e accettiamo l’impossibilità di una comprensione completa, sia di noi stessi che del mondo che ci circonda. In questo processo, l'uomo cerca di raggiungere il proprio benessere, incrementando la sua attitudine estetica e trovando un equilibrio tra le sfere esistenziali, contribuendo al miglioramento del mondo. T
Tuttavia, come il Don Giovanni di Mozart, l’esteta si concentra sul godimento del presente, trascurando l’avvenire. Si tratta di un processo delicato, che coinvolge la sospensione del pensiero, un movimento che permette all’uomo esteta di vivere l’esperienza estetica senza farsi dominare dalle conseguenze morali delle proprie azioni. L’estetica diventa una causa ingiustificata attraverso la quale l’uomo cerca di affrontare le sue paure, curiosità e desideri, ma la sospensione dell’istante offre anche un’opportunità per riflettere e guidare il proprio pensiero. In questo contesto, il termine "gettarsi" riflette la tensione tra il desiderio di esperienze piacevoli e la necessità di confrontarsi con le sfide morali della vita. La sfida dell’uomo contemporaneo è quindi quella di trovare un equilibrio tra estetica ed etica, per una vita più ricca ed espressiva.
Nel XXI secolo, la vita è spesso vissuta come una serie di esperienze da godere, ma questa visione rischia di risultare superficiale e priva di significato profondo. L’estetica, quindi, può entrare in crisi, con l’individuo che, di fronte alla rottura del momento, si trova a prendere decisioni responsabili, sospendendo l’istante prima di passare allo stadio etico. La società contemporanea ci spinge sempre di più a vivere nel presente, ma oggi questa tensione non è più solo una questione individuale, ma anche collettiva. Il nostro modo di vivere è determinato dalle scelte che facciamo, e queste scelte sono influenzate dalla nostra morale.
Nel XXI secolo, l’esteta vive spesso una morale esteriore, ma il valore interiore di una persona viene spento quando si confronta con chi vive secondo una morale profonda. L’estetica e l’etica sono due facce della stessa medaglia, perché entrambe derivano dalla complicata evoluzione del concetto di "rispecchiamento". Se l’estetica è il sentimento di immersione armonica nell’ambiente, l’etica è il sentimento di rispetto e di azione armonica con esso. L’etica ci permette di preservare l’estetica e di usarla come guida per un comportamento responsabile. La libertà, la responsabilità e la dignità sono temi che si legano all’etica, e la loro comprensione passa attraverso il libero arbitrio, un concetto che ancora oggi è oggetto di ampio dibattito. Nel passaggio tra estetica e coscienza, l’individuo è in grado di valutare le proprie azioni, attribuendo loro un significato etico e distinguendo tra azione e valutazione. Le azioni di per sé non sono etiche, ma possono diventarlo se accompagnate da una valutazione consapevole. La mia definizione di etica si distacca dalla semplice valutazione, concependo l’etica come una sfera morale che può essere guidata dall’estetica.
L’estetica e l’etica, dunque, sono in continua evoluzione, influenzate anche dagli oggetti artificiali che l’uomo crea. Il futuro delle nostre scelte morali e estetiche passerà necessariamente attraverso l’interazione con le nuove tecnologie, che stanno progressivamente modellando l’ambiente in cui viviamo. In conclusione, tutto parte e termina nella morale. L’esteta, pur cercando bellezza esteriore, non può ignorare il valore interiore della persona.
Il XXI secolo è un mondo che ci spinge a riflettere sulla nostra funzione nella società, e la sfida consiste nel trovare un equilibrio tra estetica e etica. Oggi, l’estetica non è più un sacrilegio, ma una dimensione che va razionalizzata, come specchio della società che stiamo costruendo. Unire estetica ed etica in un dialogo di consapevolezza è il cammino verso una vita più ricca e responsabile.
Bibliografia
Aggiunto il 12/01/2025 17:14 da Giuseppe Macrì
Argomento: Estetica
Autore: Giuseppe Macrì
ARISTOTELE ETICA NICOMACHEA VIII. di Davide Orlandi I libri VIII e IX sono dedicati
Il tema del secondo fascicolo di Nóema prende spunto da una citazione di Bergson che è già stata oggetto di un’iniziale riflessione nella rubrica “Note e commenti” del primo fascicolo della rivista, d
Thomas Nagel in Mente e cosmo¹ affronta con rinnovata e pregevole perspicacia l’antica questione dell’enigmatico rapporto tra coscienza e materia. Questo saggio n