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Politica in Gaber

In un’Italia piena di individui che si improvvisano opinionisti o tuttologi, pronti a offrire soluzioni a qualsiasi problema – ancor meglio se in TV - fa bene riscoprire un uomo del “secolo scorso” che è stato in grado di cogliere le contraddizioni del nostro tempo, spinto non dalla ricerca di una soluzione a tutti i costi, quanto piuttosto dalla possibilità di riflettere all’interno di un progetto condiviso dove il dubbio conduce a soluzioni alternative, a risposte aperte che generano nuove riflessioni.

Quest’uomo è Giorgio Gaber, l’artista, il comunista, che con la sua azione filosofica si è fatto portatore di una verità che si mette in gioco, una verità che non è assoluta, che si riconosce come altro lato del falso e per questo “rivoluzionaria”. Sulla dimensione filosofica dell’opera di Gaber, nel suo tendere necessario e drammatico, si è interrogato Claudius Messner, docente di Filosofia del Diritto presso l’Università del Salento, nel suo saggio “La realtà come passione. Filosofia, Politica e Responsabilità in Giorgio Gaber”, pubblicato da Navarra Editore.

L’analisi del Professor Messner parte dal progetto filosofico di Gaber, da una ricerca continua e inesauribile, figlia della curiosità, che sfocia inevitabilmente in un progetto politico in cui il motore di tutto è l’amore, inteso come “una cosa concreta” che diventa prassi nel progetto culturale, volto a trasformare gli individui in persone che agiscono autonomamente e responsabilmente (autocoscienza), grazie anche al contributo dell’arte – nel caso di Gaber la musica e il teatro – che fornisce un’occasione utile per interrogarsi sulla propria identità, sul futuro, sulla presa di coscienza.

Si può quindi affermare che il risultato di questa riflessione conferma l’attualità del pensiero di Gaber, caratteristica propria ed esclusiva delle menti geniali, nel riconoscere nella nostra responsabilità una possibilità di crescita individuale e collettiva, espressione di un pensiero “fresco” che può - e deve - essere punto di riferimento per le generazioni a venire.

Perché non bisogna mai perdere la speranza di poter cambiare le cose, a partire da se stessi.


Fonte: Metropolisweb




Aggiunto il 26/02/2013 22:02 da Admin

Argomento: Filosofia politica

Autore: Marina Indulgenza



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