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Essere politico o fare politica: riflessioni etiche e morali sulla nuova politica italiana e internazionale

Essere politico o fare politica: riflessioni etiche e morali sulla nuova politica italiana e internazionale.

L'elettore si reca alle urne per esprimere il proprio voto, ma il risultato sembra essere sempre lo stesso: una "minestra riscaldata".

Platone sosteneva che il compito di governare spettasse ai sapienti, e ancora oggi questa affermazione mantiene la sua validità. Non possiamo fornire una risposta univoca alla politica attuale, ma il modello di Stato proposto dal filosofo, pur irrealizzabile ai suoi tempi, si è rivelato profetico. Platone immaginava uno Stato perfetto, basato su un'idea di miglioramento continuo. Egli considerava il bene non solo come un valore positivo, ma anche come uno strumento per trasformare il negativo in positivo, attraverso un’analisi critica.

Educare alla cittadinanza

È essenziale educare gli uomini a essere buoni cittadini. Questo compito spetta in parte alla famiglia e in parte alla scuola, in modi diversi: la famiglia deve educare al bene, mentre la scuola deve fornire strumenti di conoscenza attraverso lo studio delle diverse discipline. Nell'antica Grecia, la parola era il principale strumento educativo, e l'uomo veniva concepito come un progetto illimitato. Oggi, invece, manca la figura del politico sapiente o dello statista.

Possiamo distinguere due tipi di politica:

  1. Il passato ha visto politici con idee chiare e programmi ben definiti, ma privi degli strumenti necessari per realizzarli.
  2. Oggi abbiamo politici dotati di strumenti avanzati, ma privi di competenze e di un reale interesse per il loro mestiere.

 

Il declino della politica moderna 

I politici di oggi sembrano non comprendere il valore della loro missione. Addirittura, alcuni considerano il patriottismo un valore negativo, privi di punti di riferimento e della volontà di emulare i grandi statisti del passato. Essi si concentrano su sé stessi, trasformando la politica in un mero esercizio di ego. L'attenzione è rivolta ai social media e alla comunicazione superficiale, trascurando i contenuti di reale importanza per la collettività. Questo atteggiamento ha allontanato una fetta significativa di elettori, soprattutto tra i giovani. I leader attuali sembrano incapaci di divulgare una vera idea di politica inclusiva. Il politico non dovrebbe essere solo il leader di alcuni cittadini, ma di tutto il popolo. Invece, molti si dedicano a condividere momenti della loro vita privata sui social, dimenticando che il loro compito è pensare al benessere della collettività.

Il vero significato della politica

Fare politica non significa partecipare a un convegno per un'ora o insultare l'avversario neanche una competizione per dimostrare chi è il migliore. La politica è reciprocità: aiutare il proprio popolo a credere ancora nelle istituzioni. Secondo studi sulle personalità dei politici britannici, i leader di successo possiedono tratti comuni come ironia, fascino, ottimismo, abilità accademiche, buona memoria e capacità decisionali. Tuttavia, questi elementi non bastano se non accompagnati dalla volontà di servire il popolo. La politica dovrebbe essere il luogo del confronto e della mediazione e non della divisione. Lo sottolineava anche Hans Kelsen, sostenendo che la democrazia è il miglior strumento per dare voce alle passioni politiche senza alimentare il conflitto sociale. 

La crisi della democrazia

La politica moderna soffre di una mancanza di profondità e competenza. La filosofa tedesca Hannah Arendt descriveva la politica come un sistema in cui l'ordine nasce dal caos attraverso il confronto e il dibattito. Oggi, invece, i politici sembrano aver perso la capacità di raccogliere e sviluppare idee innovative. Il vero problema della politica attuale è la sua opacità: è sempre meno trasparente e sempre più influenzata da interessi economici. L’ingresso dei paradigmi neoliberisti ha trasformato l'ordine politico democratico in un sistema che subordina la politica all’economia.

Possibili soluzioni

Per invertire questa tendenza, sarebbe necessario un impegno collettivo da parte della classe politica. La formazione di istituzioni più rappresentative, capaci di dare voce alla pluralità delle opinioni, è un passo fondamentale.  La democrazia non può essere un concetto astratto, ma deve realizzarsi attraverso strumenti concreti che garantiscano trasparenza e partecipazione. Perché ciò avvenga, è necessario un rinnovamento della cultura politica, un ritorno alla formazione dei partiti e un rifiuto della politica intesa come semplice delega a leader carismatici. In definitiva, la politica deve tornare a essere un luogo di confronto reale, in cui il potere viene esercitato per il bene comune e non per interessi personali. Senza questo cambiamento, la crisi della democrazia continuerà a erodere la fiducia dei cittadini nel sistema politico.

Bibliografia

  1. N. Bobbio, Scienza politica in Dizionario politico, Utet, Torino, 1983, II edizione riv. 3
  2. N. Bobbio, Teoria generale della politica, a cura di M. Bovaro, Einaudi, Torino 2009.
  3. M. Bovaro, Introduzione in Bobbio, Teoria generale della politica, cit., p. XXII.
  4. L. Cedroni, Analisi del linguaggio come filosofia politica in L. Cedroni, M. Calloni (a cura di), Filosofia politica contemporanea, Mondadori, Milano 2012.
  5. M. Bovaro, Introduzione in Bobbio, Teoria generale della politica, cit., p. XXI.
  6.  R. Gatti, Filosofia politica. Gli autori, i concetti, i problemi, Editrice La Scuola, Brescia 2011.
  7. Ivi, p. 14.
  8. Ibidem p.18-19
  9.  https://www.sisp.it/docs/convegno2016/60_sisp2016_metodologia-della-ricerca.pdf
  10. Gli atti del convegno sono contenuti in A.A.V.V., Tradizione e novità della filosofia politica, Laterza, Bari 1971.
  11.  M. Weber, Economia e società, trad. di P. Rossi, Edizioni di Comunità, Milano 1995.



Aggiunto il 09/02/2025 00:10 da Giuseppe Macrì

Argomento: Filosofia politica

Autore: Giuseppe Macri



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