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NUOVI SCENARI PER LA CITTÀ CONTEMPORANEA

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Con l’appuntamento di venerdì 23 novembre presso la Fondazione Collegio San Carlo di Modena (via San Carlo, 5) si conclude la prima parte del ciclo dedicato al tema Ambiente. Tra natura, storia e cultura, realizzato dal Centro Culturale. L’incontro di venerdì organizzato in collaborazione con l’Ufficio ricerche e documentazione sulla storia urbana del Comune di Modena – si intitola Metropoli. Forme e trasformazioni della città contemporanea e sarà tenuto da Paolo Perulli, professore di Sociologia dei processi economici e del lavoro presso l’Università del Piemonte Orientale. Perulli è membro del comitato editoriale della rivista internazionale «City, Culture and Society» e del comitato scientifico di «Studi organizzativi». Le sue riflessioni si sono concentrate sul rapporto tra la globalizzazione e le dinamiche locali, sulle relazioni tra istituzioni e gruppi sociali nelle città contemporanee e sui concetti di spazio e società, intrecciando categorie sociologiche, filosofiche e antropologiche. Tra le sue pubblicazioni recenti: Nord. Una città-regione globale (a cura di, Bologna 2012); Il dio contratto. Origine e istituzione della società contemporanea (Torino 2012); Terra mobile. Atlante della società globale (a cura di, Torino 2014); Perché falliscono le banche? Lo scontro tra capitalismo e società (Firenze 2018).

Le teorie e soprattutto le pratiche legate alle trasformazioni urbane in corso sono spesso costrette ad arrendersi di fronte al disfarsi della città contemporanea o addirittura si pongono esplicitamente questo obiettivo, come nel caso di chi teorizza un modello omologante di “città generica”, che non è la stessa cosa che dire città globale o città delle reti. Non si può infatti affermare che la globalizzazione abbia ancora ridotto l’enorme varietà del mondo, né che la storia sia giunta al termine. Al contrario si può riaffermare la natura distintiva delle città, la loro capacità di innovare, di continuare a produrre forme, di dare vita a relazioni sociali e di dare impronta culturale ai prodotti materiali e immateriali che gli uomini realizzano all’interno di esse. Nel secondo Novecento alla modernità non basta più la visione, ma occorre la previsione, vale a dire la piena dominazione tecnica del mondo, la conoscenza degli sviluppi e degli accadimenti futuri, legata all’utilizzo delle conoscenze esistenti. La modernità è infatti ossessionata dal futuro. Al futuro chiuso, già predeterminato da tradizioni o presupposti, essa contrappone un futuro aperto, inteso come spazio esposto alla contingenza. Il futuro qui non viene né conosciuto né preannunciato, ma creato attraverso l’azione. Tali idee trovano un campo di applicazione molto importante nella città, considerata come un sistema dinamico, capace di modificarsi nel tempo. È questa allora la forma che la città sta assumendo – spiega Perulli –, una sorta di provvisorio ordine in costante movimento caotico. Ma anche tessuto di relazioni sempre in bilico, creazione di ordini spontanei in perenne adattamento, socialità consapevole che si mescola con un substrato quasi biologico.

La conferenza si tiene nel Teatro della Fondazione, con inizio previsto alle ore 17,30. L’incontro sarà trasmesso anche in diretta web collegandosi al sito www.fondazionesancarlo.it. La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio conferenze presente sullo stesso sito, dove sarà accessibile gratuitamente. A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione.

 

Paola Ferrari, ufficio stampa FSC

ufficiostampa@fondazionesancarlo.it   -  www.fondazionesancarlo.it




Aggiunto il 22/11/2018 11:41 da Paola Ferrari

Argomento: Filosofia contemporanea

Autore: Paola Ferrari