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AMBIENTI ED EVOLUZIONE UMANA

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Venerdì 5 ottobre proseguono alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena (via San Carlo, 5) le lezioni del ciclo dedicato al temaAmbiente. Tra natura, storia e cultura, ideato dal Centro Culturale. L’incontro di venerdì, dal titolo Ambienti preistorici. Adattamento, variabilità e migrazioni nella storia evolutiva dell’umanità sarà tenuto da Guido Barbujani, professore di Genetica presso l’Università di Ferrara. Barbujani collabora con il supplemento domenicale de «Il Sole 24 Ore» e fa parte del comitato editoriale delle riviste internazionali «Human Heredity» e «BMC Genetics». Nelle sue ricerche si è occupato della diversità genetica nell’Europa preistorica e della storia evolutiva dell’uomo, combinando l’analisi di dati paleoantropologici, biologici e linguistici. Ha indagato inoltre i rapporti tra i discorsi scientifici, la società e la politica, con particolare attenzione al tema delle razze e del razzismo sia in un’ottica storica sia in riferimento al mondo contemporaneo. Tra le sue pubblicazioni: Il gene riluttante. Diamo troppe responsabilità al DNA? (et al., Bologna 2016); Gli africani siamo noi. Alle origini dell’uomo (Roma-Bari 2018); Il giro del mondo in sei milioni di anni (et al., Bologna 2018); L’invenzione delle razze. Capire la biodiversità umana (Firenze 2018).

Gli studiosi che si occupano di studi preistorici (soprattutto genetisti e antropologi) sono giunti alla conclusione che la vita dei nostri antenati africani doveva svolgersi in condizioni piuttosto precarie. Dovevano infatti affrontare enormi difficoltà nel procacciarsi il cibo, che poi non erano in grado di conservare, non conoscevano l’agricoltura, erano costretti al nomadismo per trovare nuove provviste e per sfuggire ai pericoli rappresentati dagli animali e dall’ambiente, ma gli spostamenti non erano guidati da precise conoscenze geografiche. Soltanto intorno a 60.000 anni fa, con il passaggio di un gruppo di antenati dall’Africa nel Vicino Oriente, si assiste a trasformazioni significative. Il clima delle regioni di arrivo era più temperato rispetto a quello africano e vi era una grande ricchezza e varietà di flora e fauna: in breve, vi erano tante risorse a disposizione. In più, la regione era sostanzialmente spopolata, a parte un esiguo numero di Neandertal, che vennero sopraffatti facilmente, portando a incorporare parti dei loro genomi nei nostri. A questo punto accadde un fenomeno – spiega Barbujani – che Darwin aveva previsto; lui che non conosceva nessun fossile africano, lui che non aveva idea che esistesse il DNA, lui che sapeva a malapena cosa sono le proteine: se una popolazione arriva in una regione dove ci sono tante risorse, la mortalità infantile si abbassa e la vita media si allunga. Così, un po’ alla volta, la popolazione cresce di dimensioni e si espande alla ricerca di nuovi territori in cui ci siano risorse per tutti. È quello che dev’essere successo.

La conferenza si tiene nel Teatro della Fondazione, con inizio previsto alle ore 17,30. L’incontro sarà trasmesso anche in diretta web collegandosi al sito www.fondazionesancarlo.it. La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio conferenze presente sullo stesso sito, dove sarà accessibile gratuitamente. A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione.

 

Paola Ferrari, ufficio stampa FSC

ufficiostampa@fondazionesancarlo.it   -  www.fondazionesancarlo.it




Aggiunto il 04/10/2018 12:07 da Paola Ferrari

Argomento: Filosofia contemporanea

Autore: Paola Ferrari